“Cura Italia”, 25 miliardi per aziende e famiglie
“Cura Italia“, è questo il nuovo decreto di marzo con cui verranno stanziati 25 miliardi per aziende e famiglie italiane. Serve agire in tempi brevi e con manovre capaci di fronteggiare le conseguenze, che stiamo già pagando, di quest’amara crisi. Dopo l’iniziale tracollo delle borse, l’economia italiana può finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Dunque, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto “Cura Italia” per fare fronte alle ripercussioni della pandemia del Covid-19 su imprese e famiglie. Prima la crisi del 2008, cui ha fatto seguito una lenta ripresa; 12 anni dopo ecco la nuova batosta targata Coronavirus. L’Italia, però, non molla e a dimostrarlo è la nuova misura di sostegno per l’economia.
Il decreto “Cura Italia” si snoda in 5 punti fondamentali, definendo le macro-aree tra cui ripartire i fondi stanziati:
- sistema sanitario;
- lavoratori e famiglie;
- sospensione di prestiti e mutui;
- sospensione del versamento di tributi e contributi;
- sostegno ad ulteriori settori economici.
Sistema sanitario: 3,5 miliardi per l’emergenza
Innanzitutto, il maxi decreto anti-Coronavirus ha messo al primo posto tra i provvedimenti le sorti del settore ospedaliero, che più di tutti necessita di aiuti immediati, come dimostrano le numerose campagne di crowdfunding organizzate da chi vive in prima linea, tra le corsie degli ospedali, questa situazione catastrofica. Il “Cura Italia“ riserva 3,5 miliardi al settore sanitario e stabilisce, inoltre, che la laurea in Medicina sarà definitivamente abilitante alla professione. Questa decisione è figlia del bisogno di nuove forze, fondamentali per far fronte alla carenza che lamenta il nostro Paese.
Più di 10 miliardi per lavoratori e famiglie
In secondo luogo, il decreto stabilisce oltre 10 miliardi per il sostegno all’occupazione, alla difesa del lavoro e del reddito. Sono previste risorse per 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga, che andrà a coprire anche le PMI con un solo dipendente.
Sono estesi gli ammortizzatori sociali a tutte le tipologie di lavoratori dipendenti, autonomi, stagionali e altre forme con un assegno di 600€ per il mese di marzo 2020.Per gli autonomi e i liberi professionisti sono stanziati circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività, oltre alla sospensione dei contributi previdenziali.
Inoltre, è prevista l’estensione del congedo parentale a 15 giorni (con retribuzione al 50%) e un voucher baby-sitter da 600 euro per le famiglie con figli fino a 12 anni.
Un’altra importante iniziativa riguarda il blocco dei licenziamenti. Tale misura è rivolta alle procedure a partire dal 23 febbraio in poi, da quando, cioè, è scoppiata l’emergenza sanitaria. Per i lavoratori in quarantena si conferma l’astensione dal lavoro per malattia.
Prestiti e mutui sospesi
Il terzo punto del decreto riguarda il sistema del credito con la sospensione di mutui e prestiti, facendo ricorso a:
- potenziamento del Fondo di garanzia;
- ricorso al Fondo Gasparrini per la sospensione delle rate dei mutui dei lavoratori autonomi o di chi ha perso il lavoro;
- garanzia pubblica che può consentire al sistema bancario di sospendere le rate dei prestiti o di estendere i finanziamenti.
Sospensione del versamento di tributi e contributi
In campo fiscale, il decreto “Cura Italia” prevede la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi. Inoltre, è introdotta una sospensione della rata di versamento IVA, contributi previdenziali e ritenute fiscali per le aziende fino ad un fatturato di 2 milioni di euro, che viene differita al 31 maggio 2020.
Sostegno per ulteriori settori economici
Infine, nel quinto capitolo del decreto del 16 marzo 2020 sono inserite misure per le categorie colpite direttamente dalla crisi: tra i settori economici citati anche il trasporto merci.
Con queste parole il presidente del Consiglio dei ministri illustra il decreto “Cura Italia“:
Non abbiamo mai pensato di combattere un’alluvione con gli stracci, ma stiamo costruendo una vera e propria diga per proteggere famiglie e imprese. Con questo decreto, sia chiaro, non esauriamo il nostro compito; siamo consapevoli che non basterà, ma oggi il governo risponde presente e risponderà presente anche domani.
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